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Pubblicata il 05/04/2008
Piove sul favo stillante la rugiada mattutina,
la trasparente luce che infonde iride alla tetra
muscolatura di ogni piccolo pollone. Piove
di nuovo sul lastrico. Muove linfa nei capillari
irti degli sterpi e su questi secchi pieni
del nostro madido sudore, o Ermione.

Piove su questa altura e su queste mura
che non proteggono dal solleone e dalla umidità.
Piove sui giovani di vecchie speranze, impiegati
ad ingrassare i tarli dell’offerta. Piove
la grigia cenere sul fuoco spento della notte
e sulla gravida terra e muove le uniche foglie
sopravvissute al rogo del giorno. Piove
un respiro che di notte si fa pianto amaro,
singulto atroce e fiati sprecati.
Piove sui ricordi muscolosi del campione.

Avanzando, i fotogrammi si fan sempre più nitidi
perché coperti di un grigio silenzio,
che profuma di muffa e carbone.

Come di te, ho bisogno di scompaginare la realtà
di questi fogli bianchi che adombrano il mio scrittoio.
Inizia il calvario delle mie crocifisse verità
dove finiscono le tue bugie di cuoio.

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