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Pubblicata il 04/04/2008
Polvere e ciottoli sparsi levigati
rosario di piedi stanchi
della donna d'antico lutto,
stridula in pause a cambio di preghiere
in ritorno dal fazzoletto variopinto di campagna
alla cascina ove ceppi e fieno
sono lettere Etrusche su papiro
che solo lei nel dolore sa leggere
--Il fischio stonato d’un passero
stuprato dai rintocchi d’una campana al tramonto
sbanda il passo d'abitudine
che azzanna l’erba rigogliosa spettinata
fuori dal calpestìo
e il cuore scioglie battiti ai dubbi
--Croce a memoria di mano destra
cesto all’altra che pensiona il dondolo
carezzante ai fianchi
e si fa ala tesa a sorreggere
--Appollaiato,ridente
sulla linea del tramonto,il sole
rende mappa di un amore,le rughe al volto,
diamante al forestiero gli occhi
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Da:Sorrisi Pignorati
www.santhers.com
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Uno dei modi per cogliere la vita nei suoi infiniti aspetti è quello di non scartare niente di quanto l’esperienza ci permetta di vivere.
La tua poesia è la conferma della mia riflessione, quella donna ha raccolto tra le mani tutto il suo vissuto, non ne ha smarrito neppure un frammento.
Ciao, mati.

il 06/04/2008 alle 23:20