Indifesi ed immobili, smarriti
in correnti voluttuose e buie,
attraverso sinfonie d’inaudita ferocia
sotto il peso ineffabile del legno,
stantio crocifisso, magro pure per i tarli,
siamo giogo e pena, male eterno che non tregua.
Nient’altro che premature culle per il non ritorno.