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Pubblicata il 01/04/2008
Stretto in questo vestito da ballo
ancora imbastito di fili bianchi
mi immagino sul palco di un grande teatro
dietro lo specchio ormai privo di verità.
Le luci puntate sul volto
avvolto da una leggera nuvola di polvere
dopo lo stremante zapateado
a illuminare una goccia di sudore
scendere sulla tempia , pian piano giù
sul collo teso e fiero , e poi sul petto pulsante
scivolando per il ventre
fino al piede dal sinistro colpo
si dissolve nell'aria
ancora più umida e nebbiosa.
Tutto muore mentre un sottile ago
perfora l'abito e la mia pelle ancora
bagnata dall'immagine
di una splendida serata svanita
dietro lo specchio di quell'antica sartoria.
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Il sogno svanisce, la realtà denuda l'anima, trafigge il mondo delle emozioni.
Un'unica immagine appare intensa nello sfondo della malinconia.
Ciao, mati.

il 02/04/2008 alle 00:13