Corri giù dalla montagna
planando sul vento
come un umile sguardo
sull’infinito silenzio.
Le vele rigonfie
traspaiono
la forza di questa tempesta
invisibile e inudibile
mentre noi dormiamo tranquilli,
protetti nel nostro fossato
dal sole agitato.
Rotola un sasso giù per la montagna,
ferito e scalfito,
urlando il suo dolore
in flebili
mugolii
ultrasonici.
Voliamo,
ancora una volta,
ancora un istante,
ancora una vita.
Spicchiamo il volo
e non torniamo mai più.
Non guardiamoci indietro
nessuno ci sta aspettando.