c’è un momento di pausa
nella finestra dei ricordi
i tuoi passi
passati
hanno quasi l’aria di sapere dove ti portavano,
ma tu non chiederglielo.
c’è un momento
in cui bere
è esultare alla luna
con la calma della sabbia
scompigliata dal vento
che si lascia ballare.
c’è uno steccato di legno disperso nell’erba alta
poco più in là
abbandonato o dimenticato
questo è il momento
di non chiedersi nulla
di non prendere nulla
solo accarezzare le pietre calde
spiare le bolle dell’acqua frizzante
spingere gli occhi all’insù
gridare una poesia sottovoce rasoterra
stringerla a te
fare un caffè
e poi stare nudi sotto la pioggia
a succhiare gli accordi
come se il tempo ci desse una tregua
o una promessa
di non
soffiarci più via.
c’è un momento in cui la guerra
sembra per finta
o spostata più in là
come se avessero sbagliato fermata del pulmann
e le metafore rotolassero libere giù dalla collina
ridendo
preziose
del nostro bicchiere di limpida tranquillità
colmi di qualcosa
che
presto
ci abbandonerà.