Labile, il vuoto
converge esistenze ostinate
in nidi di sangue,
sfamate dal frastuono
di odori lontani.
Urlano i venti, i chiarori
che abbagliano i sensi
annichiliti da un sublime fervore.
Astuta e strisciante
si muove tra spire
l’oscura, lenta
voglia di morire
qui, ora,
in questo istante
tra laute vivande
e bende
insozzate di vita e di morte,
di anima e mente,
di linfa stagnante.