Gli addii, i ritorni.
Delusioni che recitano parti gioiose.
L’orizzonte visto da un campo di grano
è più innocente, più arioso,
più inerme di un corpo tremante.
L’insonne grillo parlante
continua a comporre sonate
per bocche violate dal gelo interiore.
Agri distese agresti,
acidi vuoti convessi,
vili paure,
vili
come l’istinto di fuggire
dall’indifferenza che ti circonda.
La ritroverai,
nitida e putrida,
nel più orrendo dei tuoi incubi,
la vita.