Di luce e d'ombra soffusa,
cade l'ala sulla tua gamba nuda
poggiata tra lenzuola madide di sudore
e accenni un sorriso, Amore,
tra acute frecce scagliate
che lacerano piume sparpagliate.
Giace lontano un violino,
il rapito suono rubino,
tra foglie di cui ti han incoronato
gli amanti ciechi, appena cessato.
E di schermaglie lacerate,
come i sogni, corazze dorate
per un'estatica notte che esule
lentamente svanisce tra primule
intrecciate negli scuri capelli
della donna dormiente i cui belli
petali lievi cadono sul seno.
E vai cantando sull'ameno
fiorito sentiero, verso le tue madri,
Bellezza, Mancanza e Nostalgia.