Attimi che vivo a ridosso
di un sole adombrato, in te
si posano e allevano
più aulenti splendori.

Lascia che m’inganni
la risoluta trama delle mie stesse parole,
io che ti dico, “Amore è ora di andare”,
poiché un sussulto che brama
più eterno d’ogni mia voce
mi spinge invece a rischiare:
un bacio trafugo e per sempre
estremo, ovattato
come il calore sognato
in una stinta dimora:
tremo ora all’incupirsi
del cielo,
bieca novena alla tua
lontananza…
schivo una goccia perlata
dalla tua gota di fata,
che avanza sul delta
di labbra impaurite.
E’ una fresca assonanza
che assorbe voci già nutrite
dal vespro dilagato
in un più dolce emigrare:
tu,che afferrandomi dici,
“Amore, perché non restare?”