PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 28/07/2002
Un bosco immenso
l’aria odora di ciclamini
di funghetti appena nati
di muschio
Saltano di ramo in ramo scoiattoli
dalle lunghe code
cerbiatti dagli occhi vivaci si guardano intorno incuriositi
marmotte e puzzole tenendosi rispettosamente a distanza
costruiscono la loro tana salutandosi cortesemente
Uccelli variopinti con il loro canto
rallegrano l’ambiente

Sotto un’enorme pino
Un alberello timidamente fece capolino
Pallido e piuttosto bruttino
Le fronde lo proteggevano, quasi ..lo nascondevano
attendendo qualcosa di miracoloso
Un raggio di sole impietositosi si prese cura di lui
Un ruscello lo nutri
Come in una favola gli anni trascorrevano le stagioni si succedevano
Un giorno un uomo! passò di li ..
attirato da questo paradiso si fermò
guardandosi intorno si chiese che cosa ne potesse ricavare
Una casa? Una pelliccia?
Portò con se altri uomini….

e.......... Loro?

Impararono a difendersi, a scappare a nascondersi
a cantare “ piano piano “
L’albero incatenato nelle sue radici non poteva fuggire
Un giorno lo presero e lo portarono in una grande città
lo addobbarono con tante luci , per far felice chissà chi ?
chissà perché?
Tutti lo guardavano lo ammiravano
nessuno....! si chiedeva da dove venisse

LUI
pur bellissimo!! Si sentiva solo ! infreddolito !stordito !
Pensava a quanto avrebbe avuto ancora da dare
Quel dare che non sfavilla, ma che ha un immenso valore.-


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Cara Mary, il tuo particolarissimo incedere nel fare poesia trova qui una espressione perfettamente riuscita del "favoleggiare" come modello espositivo di un tema. L'albero protagonista ha in sé tutto il portato della tua squisita sensibilità del vivere rispetto all'"apparire". Apprezzo e condivido.
Un caro saluto.
Max

il 28/07/2002 alle 15:15

Sai Max io sono vissuta 20 anni in montagna
e poi mi sono trasferita
per cui sugli alberi ci facevo la tana con le foglie
e spesso vedevo gli scoiattoli saltellare di ramo in ramo
i cervi ed i cerbiatti a cui portavamo da mangiare
nel lungo inverno nevoso, dove i boscaioli avevano
costruito le mangiatoie
ed ho viasto quanta gente con facilità deturpa la natura
questa se si può chiamare poesia è il riassunto di una storia che avevo scritto
tempo fa per dei bambini di una scuola
sono contenta ti sia piaciuta e che tu condivida il tutto con me
grazie ciaoo con simpatia Mary

il 28/07/2002 alle 22:24