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Pubblicata il 16/02/2008
Non dimentico l’altra faccia della mia terra
appesa come l’otre del bue appena macellato

Gonfia e tronfia ma piena solo d'aria
come spifferi freddi che alitano dal mare

battuta e stirata come pelle d’asino



Non la dimentico trainata dai buoi
insanguinata dal nugolo di adorni impagliati

migranti in questa terra in cerca di nido
negato ai cuccioli di spada appena infilzati



Seduta fuori a guardare immobile
quella mano assassina che ritira il pizzo

Noi restiamo fuori a guardare quando piove
abbiamo solo ombrelli da riparare.



E risplende questo sole tra le colline
ai tramonti e alle albe scolorite

Restano le donne a piangere al mercato dell'uomo
e i figli mordono erba secca masticando amaro
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Non dimentichiamola insieme,
magari promuoviamo battute
nelle campagne, a suon di
versi risveglieremo gli animi
e magari le coscienze

Smack
liz

il 16/02/2008 alle 18:27

Stavolta niente commentino scherzoso, è d'uopo la massima serietà per un tema così drammatico.
La Natura e l'umanità, poste faccia a faccia, si mostrano nel loro volto, bagnato da tanta sofferenza.
Un caro pensiero, mati.

il 16/02/2008 alle 23:59

tutte le terre hanno l'amaro dolce in tutte le cose ricordatelo non solo al sud.............
un abbraccio
lia ...

il 18/02/2008 alle 00:42