"ed io m'invito nell'anima candida della vostra voce
per dare tatto al desiderio e possedervi con amore
approdo nel porto del vostro cuore urtando il molo
negli occhi posano la luce e la calma della luna
per voi pescherei tutti i frutti nascosti dall'inverno
siete così allegra... e poi... esasperatamente bella
vorrei finirmi con dolci labbra umettate nell'albore
cogliervi il pensiero e privarlo d'altro spazio
di me ne farei perla rara avvolta nel turchese
e dal vostro respiro rapirei ogni splendido secondo.
"vorrei servirvi come condottiero di luoghi incantati
dove tempo e immagini si perdono nella fantasia
donare agio ai miei occhi riposandoli sul vostro viso.
Vi ho osservata rallegrare sotto le antiche quercie del prato
e dove un soffio di vento stizzava i vostri lunghi capelli
vi pensavo bella e irraggiungibile come quando l'orizzonte è travolto da foschia
le vostre gesta erano graziosamente lente come l'imbrunire dell'estate
lo so che tra cento rose vi sono mille spine
ma il pensiero di possedere il vostro sguardo
m'acceca da qualsiasi turbamento"
Giammai l’amor vostro evacuerà dal mio
semmai dilaterà per goder’amarvi nell’agio
o’ssi ch’io conosco in Voi fastidi e screziature
e per tali debolezze ch’io vi amo dolce musa
tempo ne sussegue ma come rughe siam solcati
chi noi al mondo lascieremo quest’oro così sacro
perché di noi lui possa ancor vivere in cuore d’altri.
“ Spessso vi vedo avvolta da biondi cocchieri
disposti a vendere l’anima pur di avervi
mi chiudo in gelosie che frenano il mio essere
seppur convinto dell’incrocio dei nostri sguardi.
Conosco il richiamo della vostra bellezza
e per questo ne soffro il privilegio atteso”
Seppur m’arreco in voi accecato dalla luce di mille stelle
e il pensier di vivervi accanto è in me dolente attesa
“rimango posato”
anche mentre il fato scherzoso prende gioco
come dispetto del vento tra le foglie del salice già piangente.
La donna che in voi si proclama fa rugiada dei miei pensieri
e come tale nutre me facendomi voglioso del nuovo giorno.
“In questa lunga stellata vi ho cercato in tutto il mio sogno
v’immaginavo splendente tra gli odori d’oleandri fioriti
cosparsa di riflessi come eleganti cristalli attraversati dal sole
su questa vostra immagine avrei voluto cessare ogni respiro”
Ogni qual volta vi lascio mi riempio di luce e ritorno nel faro.
Nel vicolo stretto del borgo non c’è più spazio per il mormorio
che fan di me perdente e illuso di speranze e misero solitario.
“Di tal voci prego che non vi sia giunto l’eco.”
Sderenò radicar d’un vuoto in solitudine
Schiacciai misero me all’angolino del pianto
da giardini preziosi di rose al sole lontano fui
di cantina del mondo io finii perso e solitario
bramai segreti a casse di polvere invecchiate
pestai la vita al muro colpendola al torace
di reagir mio chiuso sfondai porta e coraggio
”Isola gabbiano sole mare vento”
Mia dolce musa
di questo solo... io son fatto
e non d'altro.