PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 09/02/2008
Neppure mendichi,
Fratello Ultimo,
accomodato accanto alla porta della Metropolitana
su stracci che di te raccontano.
A lato bisaccia unta
dell’usato tuo passato,
e sacchi scolorati, aperti
con il trabocco di frusti abiti
e di quanto tu raccogli.
Uno anche tu,
descritto come tanti
nella tua persona, nell’abito che indossi,
nella assorta, fra grande confusione di passanti,
tua mente che l’occhio rende assente.
Come me, uno anch’io che al te osservare
mi rispecchio, anima greve.
Ce ne andremo, tu ed io,
ad egual sorte, e tutto lasceremo:
tu forse prima l’hai appreso.
T’amo e t’invidio per quello che mi insegni
mi poni verso te ad esser debitore
in questo tempo in cui t’incontro,
mi strugge l’impotenza
che di fraterno, aiuto e abbraccio,
non essere capace.
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