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Pubblicata il 07/02/2008
Un tempo non sarei mai sceso.
Mi sarei sentito complice di un delitto
contro la coscienza. Oggi, invece,
procedo tra serpi mentre cicale
rompono l’aria con garrule note.

(Dio ci punisce con le nostre stesse virtù),
anestetiche emozioni non so decifrare.

Se mai le tue labbra mi sorrideranno
sarà perché hai imparato a fare
la scriminatura alle mie ferite.

Tra saline ricerco relitti di vita in quest’inverno
delle mie estati lontane.
Non dà tregua il vivere.

Continuiamo a morire a rate senza la saggezza
della vecchiaia.

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Se mai le tue labbra mi sorrideranno
sarà perché hai imparato a fare
la scriminatura alle mie ferite.

e ancora...

Continuiamo a morire a rate senza la saggezza
della vecchiaia.

sono dei veri gioielli...ti accrediti bene...benvenuto caro Giacomo...
a rileggerti presto. anna



il 07/02/2008 alle 06:56

Bella.
Attenuanti?
Aggravanti?
Neanche con le gen eriche prevalenti ti salvi!
N.

il 07/02/2008 alle 17:25

Una forte tensione emotiva accompagna i versi,
collegabili al senso di una problematica esistenza.
Ciao, mati.

il 08/02/2008 alle 23:27