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Pubblicata il 03/02/2008
E rinvengo il tuo amore
nel salice fiorito di lacrime
imperiture.

Lo rinvengo come scorcio
di chissà quale memoria.

Piove.
E il canto di esausti poemi
brucia parole che svettano e
muoiono, tra ceneri di pace.

Corro su sentieri di ghiaccio;
oltre spenti firmamenti,
quei ritorni senza fine...

E rinvengo il tuo amore, lì
in infinite coperte d’attese,
in un languore tediante
che si riverbera sul volo di
un angelo migratore.

E’ l’inverno da tutti dimenticato.

Siamo la corteccia che rimpianta
diventa lapide per
un cuore disegnato.
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che bella scorre nell'intimo come un emozione
e mi trascina nell'estasi delle tue parole ...
un abbraccio
lia
:-)
ciao

il 03/02/2008 alle 17:26

c'è un sapore antico in questa bella lirica: la trovo penetrante ed efficace. Mi è piaciuta molto. Ciao. Marina

il 03/02/2008 alle 21:03

e riporta ogni più piccolo dettaglio ,ma l'amor non sfugge è tutt'uno con noi,bella riempie terra e spazio,sempre consapevolmente ammiro il tuo dire,ariele

il 03/02/2008 alle 21:23

ti ringrazio per il passaggio....saluti mokscha

il 03/02/2008 alle 22:34

ciao lia...lieto di averti trascinata...mokscha

il 03/02/2008 alle 22:36

ciao marina...grazie per la presenza...un caro saluto..mokscha

il 03/02/2008 alle 22:40

e io sempre ti son grato donna ariele...saluti,mokscha

il 03/02/2008 alle 22:40