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Pubblicata il 02/02/2008
Anni addietro era solito nei paesi
per le famiglie cercare prestigio
in amicizie o comparato di preti
anche per mediazioni sia in terra
che in cielo

Una giovane coppia di contadini
nell’intento riuscì
e nel sorriso il riconoscimento acquisito
per lo sfogio del prestigioso blasone
compare Reverendo Don La Furfa

Ma per gentil modi e gesti suadenti
la giovane sposa fu ammaliata
dalla tunica nera che ogni giorno
inanellava parole tra diavoli e Santi
e circuiva, coglieva il frutto proibito

La donna caduta nel mistero di fede
un bel giorno soillevò il dubbio
al corvo di Dio del certo peccato
ma questi per dimostrare
l’errata interpretazione
promise artifici coperti dal palmo celeste
e invisibili agli occhi dell’ignaro marito

Un giornoin una primavera invadente
con profumi che incitavano estasi
la coppia al riposo nell’intervallo di fatiche nei campi
all’ombra di un cedro consumava meritato pranzo
quando d’un tratto sulla collina fiorita
alla distanza di un tiro di schioppo
una nera inquieta figura sospetta
passeggiava, avanzava e come granchio
si ritirava all’indietro

Dopo mezz’ora
a riconoscimento già da tempo avvenuto
il messaggero del Padre dei Padri giunse alla coppia
con un occhio socchiuso recante un binocolo in mano
riprese fiato e tra lo sbigottimento delle due figure
fece partire raffiche di pesanti invettive
per indegno comportamento e amicizia
di fiducia abusata verso chi del ruolo
deve fare modello
e loro invece come animali
si erano lasciati andare agli impulsi
che la stagione risveglia...l’amore selvaggio

Tutti e due con stremo di forze negarono increduli
fino a quando il contadino strappò il binocolo al prete
e si avviò sulla collina mentre Don La Furfa
approfittando di tale assenza e distanza
con impeto si sciolse con la donna nei sensi

Si ricomposero col tempo dovuto
e quando giunse il marito
con violenza e stupore pestò il malefico arnese
il canocchiale, occhio del diavolo
capace di trasfigure le realtà più limpide
insultando il vegliare di Dio sui casti pensieri

Il mio poema finisce dicendo
fate attenzione ai garzoni di Dio
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Da:Soste precarie
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