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Pubblicata il 29/01/2008
Passiava pi' la chiazza un vecchiu gobbo,
ci dissi: "dunn'é chi jiti, nonnu beddu"?
Mi taliau 'nta l'occhj e poi vutau lato
mentri m'arrispunnia: "Cu' pani duru
campo, 'unn'haiu chi fari, e quannu arriva
chi li denti nun ci ponnu, ch'è petra,
taliu 'n terra e dicu: nunn'è ura
di trasiri 'nta fossa, chi ha' manciari"?
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TRADUZIONE

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Passeggiava per la piazza un vecchio gobbo,
gli dissi: "dove va, nonno caro"?
Mi guardò negli occhi e poi voltò i suoi passi
mentre mi rispondeva: "Col pane raffermo
io vivo, non ho soluzioni, e quando
i denti ormai sono inutili, ché è pietra,
guardo a terra e dico: non è ora
di entrare nella fossa, cosa posso mangiare"?
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concordo col commento sopra..
Il dialetto è stupendo!!
ciao Diaspro..K

il 29/01/2008 alle 09:33

molto bella. concreta come ogni cosa espressa nella sua lingua.

il 29/01/2008 alle 10:57

L'AMARA E TRISTE REALTà DELLA VITA
CIAO UN CARO SALUTO LEANDRO

il 29/01/2008 alle 13:10

realtà malata ,è penoso pensar che cio che non si nota domani sarà tuo,bravo gas ,un abbraccio cate

il 29/01/2008 alle 18:05

Bella massima in vernacolo. Ciao Gaspare.Buona domenica! Dora

il 03/02/2008 alle 11:03