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Pubblicata il 21/01/2008
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conserva
questo non è un pianto per il perduto
ma di quanto il veder luci nuove
null’altro potrà essere il cielo
stelle cadenti come meteore ,
come un rumore da qualche parte
o follia dall’altra come fantasma
accompagna furtivo
le tante nude ombre di sogni andati
nella notte rotolano i pensieri
e il giorno in me piano li dissolve
come il colore di rosa rossa
nell’alba di un ‘aurora sfocata
in un groviglio di sentimenti
che l’amore ,la poesia non dicono
quanto può dire
il passo incerto del silenzio.
Voglio abbracciare
l’albero della vita
ondeggiare come il grano maturo
innalzarmi con volto radioso
irradiarmi alle splendide stagioni
riempirmi il cuore di struggente libertà
coccolarmi come gli aironi
sul pelo dell’acqua
rispecchiarmi
con narcisismo
imitando anatre selvatiche
volare come api di fiori in fiore
per assimilare tutto il nettare della vita
sfiorare con i miei passi leggeri
l’alito del vento
come un onda giungere
piena candida fluttuante schiuma
lambire la spiaggia
del mio esistere
attimi su attimi di placida quiete
.
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e vai ,cara lia ,quando si raggiunge il fondo ,poi è automatico per un 'anima risalire per godere il creato,sento in questa poesia più speranza pur nell'attesa ,ricorda che siamo padrone del nostro agire e pensare ,un abbraccione ,con te con il cuore ,cate

il 21/01/2008 alle 12:45

mi sono svegliata da un brutto sogno .............
era ora ..........
un bacio
un abbraccio
lia
ciao cate e grazie

il 21/01/2008 alle 14:29

Hai coinvolto la natura in un infinito gioco di emozioni, l’hai resa palpitante dei tuoi ricordi, della tua malinconia, ma principalmente di speranzosa attesa.
Un caro saluto, mati.

il 21/01/2008 alle 23:48

grazie mati
un abbraccio
lia
ricambio volentieri
ciao

il 22/01/2008 alle 19:36