PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 24/07/2002
Non si rompono mai
i miei tacchi,
come le mie notti
e non si spezzano le braccia delle stelle
anche se vivo bevendo adrenalina.
Puzzo di animale al giogo,
o di clown malato, al suono che glissa.

Chino, ancheggio via,
immettendomi nel buio
dicendomi ancora idota,
mentre fischio stonato con labbra aride,
allattandomi di fumo.

Stacca che sono stanco
no, niente bis imposti,
Ho paillettes sulle dita
e pozze sudate sulle braccia,
su valli di sporco da grattare.
Fammi respirare ancora la polvere
e salutare i ragni marziani
con gli occhi sempre chiusi, nauseati,
dal riflesso nello specchio.

Cosa vuoi ancora
un urlo di silenzio?
una ciocca di capelli tinti
a memoria eterna?

Shhh basta ho detto anche troppo
questa cenere mi invade,
ritorna a mucchi alla terra
fra folate di noia senza fine.

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