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Pubblicata il 11/01/2008
O’ mio caro io

che a lungo

padroneggiasti oltremodo

come madiere

la superficie irrorata del mare

inquisendo nel lontano vissuto

la ragione d’intense resistenze

c’oggi ti si riversano facilmente

tediando senza sosta l’astante.

E’dall’ora che ravvisi

la più piccola schiumata d’onda

ed’ ogni sconsigliabile soffio ventato;

d’essso spazio n’hai fatto habitat

sogliando chirurgicamente il tuo conscio.

….finchè…tutt’ora…

calcato e urtato da vitali motivazioni

sfrego nell’abisso le profondità

sfreggiando sul fondale

di un mondo lontanamente dissimulato

…e… finalmente…

mi lascio rapire dal mio inconscio.
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e allora allo specchio metti avanti il meglio ,,bravo complimenti ,sai che non scherzo ,ti vedo attraverso ,bello ,ciao cate

il 12/01/2008 alle 10:07

ciao cate grazie sei dolce....
un salutone
andrea

il 12/01/2008 alle 22:48