Cosa puoi vedere in un vagone deserto
quando anche l’aria è sovrappeso
e qualcosa sotto i tuoi piedi inizia a scricchiolare,
viene giù a rotta di collo, tutta in un colpo,
frana come se stessi calpestando la schiena di un grosso animale di pietra, cosa puoi vedere in una strada affollata del centro, all’ora di punta,
magari le zanzare che vengono fuori per farti la festa
o qualche tenero padre di famiglia spingere con delicatezza una carrozzina,
guardare con occhi languidi la neo sposina tutta calze a rete e perfetta manicure,
tutti stretti avvinghiati nella propria infinita solitudine a dirsi:
“gradisci un aperitivo?” sottointendendo il gratuito accompagnamento
di un cucchiaino di arachidi e salatini dalle più svariate forme.

…quando la benzodiazepina comincia a fare effetto
e per le cose intorno non provo più nessun interesse
l’unica cosa che sento è il sapore del metallo sulle dita
ed una lunga sfilza di marionette fuori dalla porta
in pose sorridenti, perdinci, anche quelle super griffate.

Ultimamente piango crisalidi che poi trasformo in splendide farfalle
per la mia collezione da teca che mi conferisce ad honorem quel faccino pietoso,
inconcludente sin dal principio, necessario ad acchiappare donne da seminterrato
che mi confidano le loro pene senza mai lasciarsi accarezzare dall’idea
che anche io ne ho uno di pene, persino io che non ho mai servito messa,
che non ho mai dormito in tenda e che manco delle tappe fondamentali
per la buona riuscita sessuale di un uomo: farsi le seghe in compagnia,
parlare delle ragazze più grandi ignorando le coetanee, fare a gara a chi ce l’ha più lungo.

Giuro a me stesso che appena posso svaligio il cuore di una puttana e mi ci ficco dentro, le fischietto il motivetto del momento mentre le confesso che non ho mai avuto paura degli alieni.

Posso fare le cose peggiori continuando ad essere un Santo.