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Pubblicata il 09/01/2008
Assenza irradia e petali di rose
- secchi – lo sguardo lontano
ma quanto? Millecinquecentoventotto
dici. No più lontano al tempo che scriveva
- lei – quelle lettere e l’ultima l’addio
letta riletta consumata profumata
di petali e di vuoto. Allora guardi
la mano bianca sfogliare una pagina
e poi lasciare abbandonata il gesto
consegnato all’eterno e sfiorare lo scialle
un azzurro di seta che si perde
sui monti là lontano e rapisce.
Dicono che non bruci nella fiamma
la salamandra il capo alzato fissa
mimetizzata gli occhi intenti di lui.
Sente. Tra poco scorrerà nel verde
del tappeto dei prati e dentro il bruno
di quello sguardo solo note di un liuto
a suonare l’assenza.
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bellissima poesia, ricca di suggestioni e metafore leggiadre. Il ritratto è dipinto con liricità struggente.
cri

il 09/01/2008 alle 13:48

Voglio complimentarmi per la bellissima poesia piena di profumi e sapori con un retrogusto amaro. Ciao, Lino

il 09/01/2008 alle 15:16

Si respira profumo d’aria antica, diffuso su uno spazio temporale di grande suggestione.
Le immagini trovano il giusto posto, tra quella cornice che hai approntato con stile elegante e sensibilità poetica.
Un saluto, mati.

il 09/01/2008 alle 22:52

Cri, Lino, Mati, grazie infinite per il vostro apprezzamento.
Il ritratto di cui parlo è di Lorenzo Lotto e si trova nella pinacoteca dell'Accademia di Venezia.
E' intitolato: "Ritratto di giovane gentiluomo nel suo studio" e fu dipinto nel 1528.
Ogni volta che vado a Venezia provo il bisogno di andarmelo a rivedere: lo ritengo incantevole.
Mi dispiace solo di non avere potuto pubblicarlo qui.
Un caro saluto.
Maddy

il 11/01/2008 alle 00:05