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Pubblicata il 08/01/2008

Mi mostrò il viso sulla roccia
frugò tra i miei pensieri
e gelò lo stillato mondo che ci scorreva
Sulle grate ancora fredde e vergini
ripose il suo greve corpo
Solo una ciocca riccia e scura
s’intravide dal manto umido
della sera uggiosa che la copriva
Ecco questo è il segreto che cercavi!
Da quassù il mondo è piccolo
è nostro
è tuo!
Queste furono le uniche parole che compresi
dal suo balbettio stolto e debole
poi il silenzio ripiombò sulle nostre vite
e la nebbia ci allontanò agli occhi
portandoci via
in un altro cerchio nascosto
Sentii per un attimo il suo respiro
poi non vidi più nulla
ma sulla roccia un volto di cera calda
aveva preso vita
Sulla roccia
un urlo soffocato tuonava senza eco
Sulla roccia
gli occhi del domani si erano smarriti via
tra i miscugli del tempo
che ingannò le nostre anime
mentre roccia il pensiero ci lasciò!
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A leggere i tuoi versi ci si ritrova in un’atmosfera rarefatta, surreale, sognante.
Il pensiero un po' s'acquieta e un po' dilaga nello smarrimento.
Un saluto, mati.

il 08/01/2008 alle 23:18