PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 06/01/2008
A volte ti aspetto come un eroe,
a volte con la pavidità di chi se la
fa sotto.

Quanto ancora?

Ci saranno quei giorni dove ritorna
la rondine o minuti di dolorosa bufera
a staccare foglie già agonizzanti e quel
becco che batte insistente sugli embrici
sudati come avviso di campana a martello.

Mi porterò via il gioco dei suoi occhi,
i colori dell'orto gravido, le prime lettere
d'Amore soffuse di commozione, la rosa
appassita tra le pagine d'un vecchio e superato
vocabolario, le sue sembianze avvolte
nella rugiada d'un nuovo mattino.

I primi narcisi.
Il ritorno del pettirosso.
Grappoli di glicine, le braccia nude del pioppo
che s'alzano per pregare un cielo muto
ed indifferente. Non lascerò nulla di valore
se non gioie ormai secche e fili ruggini d'un
tenace Dolore che m'avvolge come soffocante
ragnatela e pietre su pietre che indosso
per trascinarle su erte che spaccano il cuore.

Quelle illuse poesie,
quei versi volati via su sentieri polverosi,
non riuscii a cambiare nulla con i miei tiepidi
ideali ma tutto il resto cambiò me stesso
come giorno alla notte, lottai ma non come
tigre ferita, mi uccise il vivere col suo destino
già scritto.
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