PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 05/01/2008
mi vedo in vetrina
vendere il corpo
quietando passioni
di vecchi conards
bohemien drogati
senza via d'uscita
certo, scelta di vita
ormai abusata
eppure siamo sfiniti
d'esser chiamati nichilisti,
noi solo soffriamo
la morte del pianeta
per opera nostra, distruzione
di primordiale foresta
la morte del verbo, cancellazione
di tracce inferte al pianeta nei secoli
scompariremo nella sabbia, amici,
siate capaci di accettarlo
e cercate di vivere questo deserto
come un giardino d'una notte soltanto
gemma preziosa
che si consuma ad ogni respiro
fresca lavanda che scivola via,
lasciando al nostro olfatto
soltanto il tempo
d'immaginare il profumo dell'infinito.
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In ogni bellezza della natura v'è l'infinito e perciò anche quel che metti in vetrina ne fa parte.
Bella poesia che ribadisce la salute del verbo.

Un grrrrrrrrrrande ciao
Cesare

il 06/01/2008 alle 12:00

grazie per il commento, pensavo che a nessuno interessasse... ma non e' cosi'!!! bene bene. un saluto ed Ave Cesare morituri te salutant (et in oculo te sputant)

il 06/01/2008 alle 13:38