Non c’è più pace tra questi rilievi di
ombre e nevrasteniche figure.
Nemmeno più l’aurora
ha il sapore di una dolce marea.
Sbattere contro altere sponde
crucciandosi per edemi mai leniti,
come un condannato morire
nella gracilità del non-essere.
La pace sarà annessa
alla poesia di nuvole non sorte,
o forse, all’estuoso mareggiare
di onde inarrivabili.