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Pubblicata il 21/12/2007
Nella debole luce di una lampada ad incandescenza, delle abili mani fanno cantare una vecchia macchina da cucire, ratatam,ratatam . Batte il tempo il massiccio pedale e fa girare la ruota, ruota che gira veloce, ruota che gira nervosa . Strilla la cinghia, ballano le rocche variopinte e le mani le mani che si alzano e tornano giu, isterica danza; spalle ,braccia , mani. E dita abili, veloci tremendamente veloci da vedere mille e mille dita. Fruscio di seta che scivola tra il tavolaccio di legno, impreca la cupa Rosa con gli occhiali più grandi del suo viso, due volte,due volte più grosse. China ,come il lume che severo controlla punto dopo punto il suo lavoro e lei datore di se stessa, esamina minuziosa l’operato. Tratteggio di gesso su tessuto di cotone, morbido gesso viscido gesso, zic. Cartamodello baciato da forbici su bordi sottili, zac. Imbastitura , tratteggio largo. Il primo lavoro è pronto ma più bella e il tuo viso Rosa che accoglie il sorriso dell’opera finita. E chissà quanti balli a corte la tua mente ha partecipato lontano tra i reali di corte, arpe, lumi e grandi arazzi. Lontano da Milano la non tua Milano.
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