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Pubblicata il 21/12/2007
Congiungete gli astri, avvicinate le lontane sfere
o dèi dell’Amore!
Che i due amanti abbiano il favore
dei cieli, e tumultuoso sia l’andare
in contro a un vento di sperdute nostalgie;
Non permettete altre maschere o finzioni;
che il volto ribelle della sorte
si riveli senz’altro indugio;
dunque sorgano parole come fulmini,
e svettino silenzi sopra cime oscurate,
da cui ergersi in pena.

“Perché mai Arianna?
Da quel momento ho consacrato ogni dolente
pensiero nel tempio del tuo ricordo;
con ogni nota sfuggita alla
melodia dei giorni,
ho ricomposto il canto notturno
della mia lontananza.
Quel tuo disperato fuggire..
dimmi dove ti ha condotta ?
Qualcuno ci aveva a tal punto inviso,
da farti dubitare del nostro amore?"

“Non adirarti con me.
La tua rabbia ghermisce lo splendore
della tua vista.
E’ già dura per me rivederti così,
senza che le tue domande mi rammentino
ciò che è stato!
Tutto scorre in un fiotto di rammarico
che lento solca le mie ciglia,
nel palpitare denso di una lacrima.”


Dall’orizzonte incupito un mesto volo
di pellegrinanti rondini,
ossequia i giovani battiti consunti
dall’eterno planare delle nubi.
Ma una fonte di desideri illibati
inonda gli sguardi di sete pura,
ora fondendoli entro un’ansimante abbraccio,
ora depositandoli in un Altrove fuori dallo spazio
dove si perdono le ragioni del tempo.






“Arianna, questo mio bacio languente, questa tua accorata carezza
sono orfani che insicuri vagano in cerca
di una solida dimora che il domani riscatti
dallo scontento soggiorno nei nostri presenti.

Di quelle coppie che intravedi danzare,
pochi sono davvero amanti felici.
Li riconosci perché i loro passi sono
leggeri e impalpabili come piume.
Le loro risa sono battiti d’ala perpetui,
e ti sembrano che si librino per aria,
anziché in terra.

Ma la maggior parte di esse
cammina, non danza.
Si sforzano di assumere pose
meno stucchevoli possibili,
per cercare di mostrarsi abili gli uni di fronte agli altri.
E cosi si convincono anche loro con il tempo
di essere ciò che non sono.

Dimmi tu amore, a chi apparteniamo noi due?
Ricordi ancora la naturalezza della nostra danza,
ricordi come eravamo eterei e allo stesso
animati da carnali furori?
Fuggiamo insieme Arianna, fuggiamo dalle ristrettezze
di un mondo pregiudizioso e calcolatore,
dagli illusori successi della mondanità,
fuggiamo dagli spergiuri di queste esecrabili realtà.”

“Lasciami la mano ti prego.
Lui mi starà cercando.
E credo che qualcuno si stia preoccupando anche per te.”

“Cosa dici? Forse che in te è stata domata
la sacra fiamma che a me ti ha portata?
O forse che tu…tu lo ami Arianna?”

“ Alle volte ci si può abituare ad amare qualcuno.
Talvolta piccole dosi di attenzioni e benevolenze,
bastano a farti penetrare qualcuno nel cuore.
Anche se esso lo senti sempre stretto
al pensiero o al ricordo di chi ti è lontano.”

“Ma io adesso sono qui. Il fato ha voluto che noi
ricogliessimo i fili dei nostre venture , e li legassimo
in un unico nodo per il resto delle nostre vite.
Non è mai troppo tardi per coronare un sogno
difeso con tanta passione e angoscia.”


“ Non sempre è cosi. Torniamo in sala, ti prego.”

“Non prima che tu mi sveli la verità che
ai mie occhi ti rende tanto sgomenta.”

“ Aspetto un bambino.
Un dono che nel mio ventre attende
di accogliere le braccia del padre e della madre,
il calore di una casa, la bontà dei piccoli gesti.
Come posso io anteporre adesso
il bene suo a quello mio?”

“E’ proprio vero, Arianna:
talvolta tra l’alba e il tramonto
non intercorre alcun tempo.
E ciò che pare un nuovo inizio,
è in realtà l’epilogo.”

*****************

Dal largo piazzale ripartono
le carrozze dei due amanti,
ognuna col proprio carico di sofferte rinunce.
Procedono a fianco lungo
la strada che prossima si dirada
in due sentieri separati da una roccia
indivisibile.

“Stanno prendendo velocità, Francesco.
Allunga le dita, ho bisogno di sentire
un’ultima volta il contatto della tua mano.
Perché è un presagio che mi allarma
sapere che non ci rivedremo…”

“Arianna, come possono due anime che
non si sono mai lasciate, non ritrovarsi
un giorno?”




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Ti sei fatto attendere, ma era necessario il tempo, per preparare la magnifica scenografia che ci proponi.
Un caro abbraccio e AUGURISSIMI, mati.

il 22/12/2007 alle 00:16

grazie dolcissima mati....:-)...un bacio enorme...AUGURISSIMI anche a te...fra

il 22/12/2007 alle 01:39

Ciao Francesco, mentre leggevo questa bellissima poesia, ho subito pensato al duetto recitato insieme all'auditorium a Roma..é sata una bella esperienza!.
Questa tua composizione si presta ad una rappresentazione teatrale... Bella!. Ti lascio un abbraccio.Dora

il 22/12/2007 alle 23:43

grazie cara Dora...anche per me è stata un'esperienza graditissima...un bacio affettuoso, fra

il 23/12/2007 alle 12:54