Il salice mi disse di non appendere mai
la cetra delle mie corde di cuore
contemplativo e di farmi canto gregoriano
per chi brama pace nell'oscurità
di un momento dolorante.
La mia pena piange di durare
oltre l'attimo presente
muto nella rete di dolore,
perché sul Golgota le mie mani
non soffrirono la vertigine bella
della divinità schiacciata.
Ma posso fare arpeggi di pace
con la mia cetra di carne
per quanti cercano un'oasi
di felicità.