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Pubblicata il 21/07/2002
Era notte alta, vasta e fonda, quando
L'urlo nacque inaspettato, e come sangue
Penetrò il mondo e sconvolse, crudele
Ogni cosa ancora silente e tacita

Eppure, le case petree, fino al giorno
Del clamore, inaccessibili, esse anche
Furono violate e divelte, allorché un'ira
Senza senso stuprò e svelse la natura

Fu fuga, e fu lamento
Fu pianto, e la perdizione durò
Lungo tutta la notte, il cui nome è tremendo all'udito

E allora, nessuno seppe perché
Ma i passi dell'uomo sempre furono
Dispersi nel buio, infinito ora

*

In pochi se ne accorsero
Ma fu un sacrificio di sangue, un mistero
Cui nulla rimase, poi, sotto la luce delle lampade

E la notte, non più raddoppiata
Si annullò e s'abolì nel suo tacersi
Mentre vidi, l'occhio appena ristorato,
Le frotte dei poemi librarsi ancora nel cielo

Allora il credo, squassato, solo un attimo
Di nuovo si fece coraggio e si diede,
Il petto in fuori, alla rinnovata preghiera
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