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Pubblicata il 14/12/2007
Sventato m’attanagliai all’emozione d’armonia

Mentre dominanti mani murarono la mia vista

La caldana soffiava dalla pelle sua all’animo mio

Dimisi lorica e distesi la vita nella sua sana dote

Essenza alla ghianda nobili sfolgorii tiepido lino

Corti lumi impreziositi ubicati in punti strategici

La follia del piacere rabbrividito e incredulo già

Danza di tatto prudentemente sensibile irreale

Pace, nei fui dentro trasportato in controluce

Meravigliosamente non più unghie da mordere

Sfumati tutti deliri coerenti e liberato d’apnea

Io vissi l’abisso circolare delle calde sue pupille

Sfiorai costellazioni nel dolce stretto immenso

Non v’era degrado nelle esili sue pungenti spalle

La livrea indossata dette grazia al mio dentro

Con leggiadria volò via in eleganza magistrale

Ed’io perso spaesato cerco ancora l’abile profumo

Tra il disordine della vita e in ogni suo angolo.

sbastos


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sei tornato alla tua splendida e tormentata forma...
ora ti riconosco..tra le tue tante identità

carlos sbastos andrea.

il 14/12/2007 alle 14:11

ho girovagato sopra mari lontani, attraversando tempeste furiose alla ricerca disperata d'ispirazione e fantasia....ora sono tornato al faro...
e finalmente l'ho riacceso!!!!!!!!!

G R A Z I E

il 14/12/2007 alle 14:15