Sventato m’attanagliai all’emozione d’armonia
Mentre dominanti mani murarono la mia vista
La caldana soffiava dalla pelle sua all’animo mio
Dimisi lorica e distesi la vita nella sua sana dote
Essenza alla ghianda nobili sfolgorii tiepido lino
Corti lumi impreziositi ubicati in punti strategici
La follia del piacere rabbrividito e incredulo già
Danza di tatto prudentemente sensibile irreale
Pace, nei fui dentro trasportato in controluce
Meravigliosamente non più unghie da mordere
Sfumati tutti deliri coerenti e liberato d’apnea
Io vissi l’abisso circolare delle calde sue pupille
Sfiorai costellazioni nel dolce stretto immenso
Non v’era degrado nelle esili sue pungenti spalle
La livrea indossata dette grazia al mio dentro
Con leggiadria volò via in eleganza magistrale
Ed’io perso spaesato cerco ancora l’abile profumo
Tra il disordine della vita e in ogni suo angolo.
sbastos