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Pubblicata il 13/12/2007
Vorrei solamente una spalla amica
sulla quale piangere,
solamente una spalla amica per poggiare
la mia tempia pulsante
e perdermi come fiume che si dissangua.

Svegliarmi assieme al canto dell'allodola,
bere gocce di rugiada per calmare l'arsura
aspettare che l'ubriaca farfalla si poggi
sul solitario fiore della mia anima inquieta.

Tornare bambino
dove la Vita era un interminabile gioco
e la Morte così lontana come l'ultima
stella perduta nel buio.

Bruciare l'edera asfissiante del Dolore,
disfare la collana di perle di lacrime
e scioglierle nell'aceto della dimenticanza,
terrò soltanto il tuo disperato Amore
come fosse diamante,
patire assieme all'ultimo volo di rondine
verso quel paese dove il destino non mi
conosce.
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Carissimo Gianni
ognuno di noi vorrebbe una spalla amica su cui piangere e farsi consolare, ognuno di noi vorrebbe tenere lontano il dolore , la morte, i dispiaceri,
ognuno di noi vorrebbe solo sorrisi e gioia.
Le feste poi acuiscono questo tremendo senso di solitudine e vuoto per le persone care che non ci sono piu'. Posso solo dirti che tanti amici poeti sono qui e porgono la propria spalla, tanti dolori condivisi alla fine sembrano un pochino piu' leggeri.
con tanto affetto,
Maria

il 13/12/2007 alle 19:25

caro gianni...la mia è una piccola spalla già ricoperta di salino...le tue lacrime saranno in buona compagnia..vieni, posa il tuo capo su questa spalla amica..
con affetto. anna

il 13/12/2007 alle 21:09