Nel timido albore che sovrasta il pendio sfracellato nel blu mare
s’odono cascanti scitii d’un beato fascino che imbarazzano la vita
morbidi voli come dolci carezze sulla guancia con velluto tenue
il colore fatato della natura è invasata di sfumature impossibili
la sabbia bianca che a tratti si spezza con l’ombra d’un tronco arenato
la casualità di un’isola è arte coreografata da uno splendido destino
il solo capovolgersi delle minuscole onde è un capogiro ad effetto
la nudità del palmizio inclinato e solitario è l’inno alla vita
andrea