Basta
dovrei smetterla di compatirmi
sono in overdose di tormenti e rimpianti,
più passa il Tempo più ho bisogno
di dosi sempre più massicce di certezze.

Basta
dovrei disintossicarmi e cominciare a prendere
pizzichi di spiritualità, spazi brevissimi di egoismo,
istanti di effimere gioie che il resto della Vita
ora mi offre.

Dovrei battermi la testa su per i muri
per far entrare la positività, forse basterebbe
una spolverata di filosofia, una manciata di FEDE
per poter dire che quello che è stato è stato,
forse è il momento di saggiare la solitudine,
di ritornare a Candìde e arrampicarmi su per il
bosco fino a rimanere senza fiato, guardare
in alto il cielo che sembra girare quasi a cadere
in terra, ascoltare i silenzi dove salta lo scoiattolo
e le pigne cadono urlando.

Basta
affaticarmi sulle parole che hanno mille facce
e mille significati, basta rovistare nell'inquinante
deposito della memoria, raccogliere frammenti di
delirio per dopo incollarli su nuovamente,
è giunto il momento di strappare le corte catene
per fuggire dall'ingordigia d'un Dolore mai sazio,
ho bisogno di riempire ogni minimo spazio del
vivere con le pietre dell'accettazione, dell'abbandono
tra le Sue braccia.

Dovrò
per forza cancellare il suo viso, dimenticare la sua voce,
i sentieri dell'orto dove cogliemmo farfalle e nespole,
dovrò
dare ascolto agli insistenti messaggi dell'anima,
lasciare i sogni liberi di volare via e non cercare di
spegnerli nel buio d'una tribolata quotidianità,
correre come bimbo tra campi con l'oro delle spighe
tra le mani e i capelli che nessuno conosce e credeva di possedere.