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Pubblicata il 17/11/2007
Subisco smottamenti
lungo dirupi d’anima

a volte un indistinto cinguettio
ha il potere d’appiglio
allora dentro un nido depredato
quattro pagliuzze al vento
lavoro di una vita
si sparpaglia
tra cucine disfatte e letti vuoti

quindi avanza slittando sul pendio
della memoria fatta a colabrodo
persa
come per strade senza targa e nome
e scioglie neve
liquido gelo per gli annosi fianchi

Pomice ed arenaria
anche i frammenti
di quel che fu granito ambre dorate
schegge di quarzi cristallini
infranti
sedimentano ormai sul fondo valle
dove
sommerso
giace il mio respiro.
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