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Pubblicata il 15/11/2007
Quando ci saranno giorni d'obnubilamento
della coscienza, quando batterò alla porta
per cercare riparo dalle insidie del mondo malato,
una parola di conforto, ma nessuno m'aprirà
perché i cuori e le menti di coloro che scrivono versi
sul piano meramente letterario e sull'esperienza
individuale in cui prevalgono i motivi del sentimento
si saranno induriti,
ALLORA BUSSERO' ALLA TUA PORTA VINCENZO
e sono certo che tu mi darai un bicchiere
d'acqua fresca, mi farai sedere all'ombra del pergolato,
mi leverai i sandali, mi porgerai un bacile d'acqua
e menta, salvia e rosmarino perché io possa purificarmi.

SI BUSSERO' ALLA TUA PORTA
perché ho bisogno di certezze,
perché sei l'unico che parla di Dio,
di nostro Padre,
della vera Vita che verrà dopo questa
tribolata dimensione di lacrime e sangue,
della Sua infinita Misericordia
e dell'eredità che ci spetta dopo aver fatto
fino in fondo la Sua Volontà che non coincide
mai e poi mai con la nostra miseria.

ASPETTAMI FRATELLO MIO...

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Hai speso le tue parole con malinconia e sentimento. Ho letto il tuttocon grande interesse.
Ti vorrei dire che anch'io ogni tanto ho tirato in ballo Dio, e che c'è tanta bella gente che non ne parla solo per pudore.
interessante e ben costruita la tua lirica.
voto5
gigliola

il 15/11/2007 alle 15:33

molto bella
è difficile parlare di Dio
in questo momento
tu lo hai fatto con garbo e semplicità
un abbraccio
lia

il 15/11/2007 alle 16:48