" a volte toccando una stella
declina su eterni crinali e
porge omaggio
al mio segreto regno
ond'ella le rende più sensibile
il mio servigio.
m'accarezza e stringe il capo
ed io strizzo l'infuocato occhio
in segno di mirabil devozione.
e il mio regno ne respira l'eterno
aere.
e verdiscono le conifere....
sbocciano estasiati i narcisi.
ma com'ella scende
virtuosa in vorticosa onda
ella dispare.
indi l'acque intorpidiscono
neri s'ammantellano il cipresso
la betulla,il larice,il tiglio improfumato
e la betulla il suo canto cessa.
oh sì noi eravamo,noi eravamo.
dopo che il tempo il suo sguardo
sulla mia culla ha posato
e partorito fu il mio regno,
io ne fui incoronato
eterno tiranneggiavo e disponevo,
ma d'ella fui fatto schiavo.
ora il nero sigillo m'è più lontano
...oscuro...
ed ella si delizia della mia catena.
oh si noi eravamo,noi eravamo.
a volte culmina sopra una stella
e si mostra:
in tutto ella è come donna dipinta
sinuose spalle che al confine del mondo
si pongono,lumi di pleiadi,
i corvini crini delineano il roggio
orizzonte
che fiamma e divampa
sulle mie membra inaridite.
e su quell'attimo ella soffierà
per farlo eterno e immemore
e che il mio desio agonizzi ora
che annega in simil lago d'angosce
pleno.
segreto è il regno
certo noi eravamo
d'un sol viso gli occhi! "