PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 05/11/2007
(legenda: le frasi o parole tra * e * nell'originale corrispondono a evidenziature in corsivo;
quelle tra ** e ** corrispondono a corsivo + grassetto)
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La ruota



Pianse a lungo
quel bimbo,
*ma certo non era il mio bambino*

non so se avesse sete o fame,
il cuore nessun sole gli scaldava.


No, non era
il *mio* bambino:

un ricciolo biondo cadeva sulle ciglia,
il naso gli colava
e una lacrima scendeva,
- assente lo sguardo, al mondo
indifferente, immerso nel nulla dei pensieri -



Lo rapirono, il *mio*, **il mio** bambino,
e da quel giorno più non vidi il cielo.

I giorni erano chiusi in chiuse stanze
e dentro mostri sghignazzanti
ridevano di me e del mio dolore

*ma cristo*! **era il mio dolore,**
la *mia* pena, *la mia* desolazione...


*Non sapevano...*
**Non sapevano il mio amore??**



E allora ricordai...

sentii il gelo sciogliersi, la roccia
sbriciolare…

ricordai **la mia** indifferenza,
e allora io capii
quante cose non seppi,

quante non so,

non saprò
mai.




Rosanna Spina
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nessun commento mi viene
nè positivo ne negativo
...l'avrò capita?

il 06/11/2007 alle 11:22

o forse è rivolta al rapimento e all'uccisione di un bimbo, uno dei tanti ..ormai..

il 06/11/2007 alle 11:24

Ciao, questa fa parte delle mie poesie "di serie b", cioè quelle che non rispecchiano il mio attuale modo di scrivere e le mie preferenze stilistiche, una poesia troppo aperta e narrata, forse, ma che fa comunque parte del mio mondo, di ciò che mi colpisce, per cui non la butterei mai, probabilmente per lo stesso motivo che ti ha colpito...

L'ho scritta tempo fa dopo il rapimento di Tommy, ucciso poco dopo.

Al di là di quale siano le persone e l'evento ispiratori, il tema unico è l'indifferenza a cui siamo indotti, un po' per le troppe vicende drammatiche che sentiamo, e un po' per un naturale egoismo che fa da barriera tra la nostra vita e quella degli altri.

Grazie per la lettura e il commento.
Ciao
Rosanna

il 06/11/2007 alle 15:24

l'hai capita sì
forse non c'è niente da aggiungere?

il 06/11/2007 alle 15:25

Come ho detto nella replica a ghiaccio, l'ho scritta tempo fa dopo il rapimento di Tommy. Pur non avendo bambini ho immaginato il pensiero di ogni madre nell'immedesimarsi in uno stato di angoscia devastante, ma anche la capacità, spenta la tv, di girare pagina e distrarsi dalla vita altrui, dal dolore altrui.
All'immagine del bambino rapito, se ne poteva sovrapporre qualunque altra: uno zingarello col naso che cola, o i bambini di strada con lo sguardo nel vuoto...

E' umanamente impossibile caricarci del dolore di chiunque, ma quello che voglio dire è che non bisogna mai passare al lato estremo, dove regna l'indifferenza, pensando: tanto...non è successo a noi!
Anche perché (colpo di scena) la clessidra si capovolge, e in quella casa ovattata, che fino al giorno era un piccolo regno, so fa largo il vuoto: l'angoscia di una madre che solo adesso "rivive" ANCHE il dolore degli altri, di altri bambini, di altre madri, come se fosse IL SUO STESSO DOLORE.

Il rapimento e poi la morte di questo bambino, come di decine di altri è solo il "pretesto" per far leva sulla sensibilità, che può e deve scalfire la corazza d'indifferenza entro cui ci chiudiamo.
Ma pensiamo anche alla vita-non vita di quelle famiglie che non sapranno mai la sorte del loro bambino.. Non mi meraviglio quando una madre dice che preferirebbe avere la certezza, pur drammatica, di una tomba su cui piangere il proprio figlio...

Ciao Roby


il 06/11/2007 alle 15:48

=> che fino al giorno prima era un piccolo regno, si fa largo

il 06/11/2007 alle 15:51

Metti bene in evidenza come le proprie esperienze si vivono diversamente da quelle altrui, perchè ci si carica di una particolare ed intensa emotività, ma nel contempo, giustamente, condanni l'indifferenza, come nota di grande insensibilità umana.
Un caro pensiero, mati.

il 06/11/2007 alle 22:58

Ciao dolcissima Mati
grazie per il tuo commento.
Tante bellissime cose,
Rosanna

il 06/11/2007 alle 23:38