Sei tenue fiamma, ora
ma eri incendio
e al tuo fuoco
mi bruciavo
e mi nutrivo
del caldo tuo respirare
nell'inverno gelato
Il tuo sguardo
fermo
era montagna viva
che si ergeva
silente
di fronte al
vacillante mio
passo di fanciullo
Eri quercia
dai profondi rami
e mi beavo
del fresco tuo
sorreggermi
Il dolce oblio dei
meriggi
all'ombra del
patrio noce
in quieta presenza
dei tuoi pensosi
silenzi
non potrò mai
scalfire
Il tuo canuto sentire
sarà sempre petalo
della rosa
di me stesso.