Avevano messo per iscritto a quattro mani quelle storie ispirandosi alla tradizione popolare delle loro origini, il narratore e la sua compagna. Ci avevano messo le migliori intenzioni per farne una piacevole lettura per adolescenti che si affacciano all’agire spietato del mondo attuale e stanno lasciando le comode e protette dimore della formazione premurosa dei loro genitori.
Storie di fantasia cruda, che appunto favoleggiando, disponeva al riscontro con il quotidiano ed il presente, e che si sa essere sempre pragmaticamente più spietato di qualsiasi tenebroso racconto si cerchi immaginare.
In ogni episodio indicazioni esplicite per una condotta morale da assumere: non si scrive per la gioventù senza che si esplicitino indicazioni propedeutiche per una buona e virtuosa vita.
Pensava, il narratore, che queste indicazioni fossero i semi gettati dal viaggiatore lungo la ferrovia , appena inaugurata, che portava un tal personaggio dal lontano confine verso la Mosca degli Zar. Quei semi sarebbero divenuti alberi frondosi e robusti in futuro ed al suo ritorno, molto tempo dopo, quel personaggio lo avrebbe rivelato ai compagni di viaggio stupiti da tale magnificenza.
Tutte queste premesse e tutti questi intenti sospingevano il narratore e la sua compagna, a presentare il “volumetto” consapevoli che il successo commerciale andava obbligatoriamente atteso e rimandato solo a dopo l’eventuale apprezzamento del contenuto presso gli uditori, comprese le provocazioni morali, la ricerca e spiegazione di uno stile letterario semplice e originale.
E gli uditori, ora affollanti una sala, ora “rari Nantes” in stanzoni enormi di antiche Biblioteche, davano segni di apprezzamento e di partecipazione con domande e commenti intelligenti (molti avevano già letto) e rendevano ragione allo spirito con cui era stato posto all’altrui attenzione quel lavoro.
Una qualsiasi creazione dell’intelletto, semplice o complessa che sia ed in qualsiasi espressione veda la luce, quando è offerta alla comprensione ed interpretazione di altri diviene proprietà di quegli interlocutori e può produrre in loro inattesi sviluppi e concordanze con il personale vissuto delle loro esistenze.
(Commento autobiografico agli eventi di presentazione del volume :
LA MASCA VERDANA)