PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 20/10/2007
è come

picchiare
il cranio contro
l'asfalto
-umido-
-inospitale-
nella nebbia
di una notte
illuminata da lampade
al sodio

somiglia a

quando
-abbandonato e lacero-
zoppicar
per fredde fabbriche
lasciate collassare
-su se stesse-

può sembrare

come quando
gli alberi genealogici
dei pensieri
prendono rami contorti
-e qualcuno marcisce-

tendiamo certe volte
invisibili fili
-cerchiamo vita sociale-
calori altrui
ci sostengono
ma spesso
strangolano
e ci uccidono
ci fanno provare
-situazioni che asomigliano ad altre-
cose più nere, però.
eh.
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Bellissimi questi versi:
quando
-abbandonato e lacero-
zoppicar
per fredde fabbriche
lasciate collassare
-su se stesse-

può sembrare
Evocativo fredde fabbriche lasciate collassare su se stesse

Ciao

il 20/10/2007 alle 15:49

veramente bella Solenero,un saluto.

il 20/10/2007 alle 16:31

evoca uno stato di estremo abbandono..

il 20/10/2007 alle 22:29

ciao grazie di leggermi

il 20/10/2007 alle 22:29

"Calori altrui ci sostengono ma spesso strangolano", non arrivo a mettere insieme i calori con lo strangolare, sicuramente è un mio limite nella capacità del comprendere.
Un saluto, mati.

il 21/10/2007 alle 00:01

noi cerchiamo altrove quello che abbiamo dentro e se non troviamo corrispondenza ,o se il sostegno ricercato decade ,diamo la colpa all'esterno ,quando è nostra carenza,allora ,e parlo per me seguendo la tua poesia ,mi viene da riflettere che è dentro lo specchio che devo cercare e non nel suo riflesso ,grazie ,cate

il 21/10/2007 alle 10:00

è possibile che un calore umano ci conforti, proteggendoci e riscaldandoci, ma molte volte questo calore può diventare soffocante e diventare pericoloso a sua volta.ciao :)

il 21/10/2007 alle 10:04

c'è del vero in ciò che dici!
ciao

il 21/10/2007 alle 10:06