PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 17/10/2007


Li hai mai portati al mare, i tuoi ricordi,
a bagnarsi di lacrime salate,
o li hai lasciati al vento per sgualcirli
come alla brina petali di rose?

Chissà se li avvolgi in uno scialle
d’inverno salvandoli dal gelo,
o li scaldi di sera intorno al fuoco
come fossero pagine d’un diario…
oppure li lasci nei cassetti alla lavanda
e aspetti che respirino la pace
di sere confortate da preghiere?

Chissà se ti sembrano diademi,
oppure sassi da lanciare,
se li sfili come anelli dalle dita
o li avvolgi stretti come un filo…

Li hai visti mai salire in paradiso,
o vivono spiaggiati lungo il cuore
come esploratori dei fondali,
o forse come lucciole leggere
giocano felici in mezzo al buio?

Si sono liberati dalle offese?
Quale ricordo brilla sulla fronte,
come un occhio a scrutare l’infinito
in cerca del colore del tuo sogno,
perso per sbaglio nell’indefinito?

Dimmi, li adagi su barchette
di carta colorata sopra il fiume,
o li travolge spesso la corrente?

Ti chiedono di farli allontanare
tra stelle e onde, su un mare di velluto,
o sanno di terra ingrata e desolata,
di guerra, del pianto di bambini spaventati?


…Io sì…, li avrei bagnati
nel mare o tra lacrime in tempesta,
per salvarli dal fuoco e averli nella mano.
Li avrei messi nel fiato dei sassofoni,
su un’arpa, sopra un pianoforte,
in un flauto solitario nella sera,
o forse sulla punta delle scarpe,
ballerina in una stanza tutta sola.

Li avrei messi nel filo del telefono
o assieme alle parole che non dico
e a quelle che coloro con fatica,
con amore, con gioia o con dispetto.

Li avrei conservati fra le pagine dei libri,
nei diari, in tutte le conchiglie,
chiedendo al tempo il sacro suo rispetto.


…Peccato le parole non sappiano vestirli
d’oro, di platino, di candidi merletti…
Peccato - o per fortuna - il tempo ancora detta
l’urgenza del presente e del futuro,
le nuove fantasie, l’entusiasmo dei progetti.

E allora cerco in me la chiave d’uno scrigno,
uno spazio nuovo, ignaro e ancora intatto,
e sogno - in ogni anniversario di bambina -
che ogni cuore triste diventi meno amaro.




Rosanna Spina
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bello il tuo scrigno
antonio

il 17/10/2007 alle 18:23

Ci proveresti tu?
E dài, fa' tu un remake
non dissanguarmela però
non voglio fare come con Tuzla
di francoromano... poi dopo quello che io tolgo
mi manca... ma se un'altro pota, io dovrò solo rassegnarmi......

ciao ciao ciao
Ros

il 17/10/2007 alle 21:16

Ciao
un saluto Antonio e grazie.

Rosanna

il 17/10/2007 alle 21:21

Abbracciosamente sono andata a tagliuzzare
ancora, ma metto nello spazio commenti
ormai è ridotta all'osso

come vedi non ti ho fatto aspettare
ma spero vada bene, sennò
chi si accontenta gode.

Buonanotte.

Rosanna

il 18/10/2007 alle 00:51

TERZA E ULTIMA VERSIONE

Lo scrigno dei ricordi



Li hai mai portati al mare i tuoi ricordi
a bagnarsi di lacrime salate, o li hai lasciati
al vento per sgualcirli, come alla brina
petali di rose? Li hai visti mai salire
in paradiso, o come esploratori dei fondali
vivono spiaggiati lungo il cuore?

Quale ricordo brilla sulla fronte,
come pupilla a scrutare l’infinito,
in cerca del colore del tuo sogno
perso per sbaglio nell’indefinito?

Dimmi, li avvolgi in uno scialle d’inverno
salvandoli dal gelo, o aspetti che respirino
la pace di sere confortate da preghiere?
Li adagi su barchette tutte in fila
di carta colorata sopra il fiume, o forse
come lucciole leggere
giocano felici in mezzo al buio?

Ti chiedono di farli allontanare
tra stelle e onde, su un mare di velluto,
o sanno di terra ingrata e desolata,
di guerra, del pianto di bambini spaventati?


…Io sì… li avrei bagnati
nel mare delle lacrime in tempesta,
per salvarli dal fuoco e averli nella mano.
Li avrei sciolti nel fiato dei sassofoni,
su un’arpa, sopra un pianoforte, in un flauto
solitario nella sera, o forse sulla punta
delle scarpe, ballerina in una stanza tutta sola.

…Peccato le parole non sappiano vestirli
d’oro, di platino, di candidi merletti…
Peccato - o per fortuna - il tempo ancora detta
l’urgenza del presente e del futuro,
le nuove fantasie, l’entusiasmo dei progetti.

E allora cerco in me la chiave d’uno scrigno,
uno spazio nuovo, ignaro e ancora intatto,
e sogno - in ogni anniversario di bambina -
che ogni cuore triste diventi meno amaro.




Rosanna

il 18/10/2007 alle 00:53

Decisamente bella la terza versione.
cri

il 18/10/2007 alle 01:27

hai ragione Ros, dissanguare un lavoro è come dissanguare una persona, anche se ai critici "poeti"
piace tanto ridurre al massimo l'indispensabile e dove chi legge è costretto a voli pindarici e spremitura di chiorba per azzeccarci i garbugli e qualcosa altro.
Se la tua poesia non mi fosse piaciuta così com'è,
dico forse, avrei anche io messo lo zampino anche se non mi permetto pubblicamente di farlo.
Complimenti per il tuo poema un abbraccio francoromano

il 18/10/2007 alle 09:44

hai ragione Ros, dissanguare un lavoro è come dissanguare una persona, anche se ai critici "poeti"
piace tanto ridurre al massimo l'indispensabile e dove chi legge è costretto a voli pindarici e spremitura di chiorba per azzeccarci i garbugli e qualcosa altro. (scusami ho risposto a una tua risposta)
Se la tua poesia non mi fosse piaciuta così com'è,
dico forse, avrei anche io messo lo zampino anche se non mi permetto pubblicamente di farlo.
Complimenti per il tuo secondo poema un brava per la terza versione, sei eccezzzzzionaleeeee.abbraccio francoromano



il 18/10/2007 alle 09:54

Cri immagino tu abbia letto la prima versione, (l'originale che ho messo anche sul sito dove ci siamo conosciute, ed anche qui se scorri indietro la puoi confrontare)

ecco, non immagini lo sforzo da parte mia di ridurla, il dover togliere una sfumatura per me importante

in particolare per questa mi sento di tradire la prima versione, ma il condensato racchiude le stesse cose

gli altri devono capire subito
non c'è il tempo diluito ed espanso a cui abbandonarsi

So che altri diranno che la si può accorciare ancora

anche nella vita succede così: togliere e sottrarre ancora e ancora

il che paradossalmente non significa essere di meno o avere di meno... non so se riesco a farmi capire...

Ti abbraccio,

Ros


il 18/10/2007 alle 12:43

"anche se ai critici "poeti"
piace tanto ridurre al massimo l'indispensabile e dove chi legge è costretto a voli pindarici e spremitura di chiorba per azzeccarci i garbugli e qualcosa altro."

Questa tua ironia la condivido

ora ho poco tempo ma ne riparleremo,

lo condivido se riferito all'ermetismo troppo stretto

dietro cui a volte si nasconde il poco o nulla



Ma la ricerca di sintesi nella chiarezza è altra cosa, è un'arte da affinare poco alla volta, solo che ogni tanto ho bisogno di distendermi in questi poemi :))

Grazie Franco (o Francesco?)

Ros



il 18/10/2007 alle 12:53

Sìsìsì sono eccezzzzzzzzionalissssimaaaaaaa!!



Ora sul serio:

sulla prima parte ti ho risposto nel precedente reply al tuo

qui rispondo alla seconda parte dove dici:

"Se la tua poesia non mi fosse piaciuta così com'è,
dico forse, avrei anche io messo lo zampino anche se non mi permetto pubblicamente di farlo".

Io dico NO
No a questo a questa tua separazione di pubblico e privato
No a questo inutile pudore

Siate anticonformisti

dobbiamo essere coraggiosi, leali, chiari, coerenti

tanto basta e il resto si discute

Di tutto si può discutere se fatto civilmente e correttamente

Quando presentiamo unoscritto esso non appartiene più al nostro privato, viene condiviso,
le eventuali incongruenze sono normali,vanno appianate parlandone, importante è il rispetto semnpre e comunque verso le persone

l'opera è il prodotto e non sempre riesce alla perfezione

ma pregi e difetti ci identificano, e così è il prodotto della nostra arte

quindi dimmi pure in pubblico tutto quello che pensi

Ciao e grazie...

Rosanna



il 18/10/2007 alle 13:10

Ceerto che ti capisco, è successo anche a me...
ciao, un abbraccio
cri

il 18/10/2007 alle 16:11

Volevo evidenziare qualche passaggio, ma ci ho rinunciato poichè avrebbe tolto il sapore al precedente o al successivo verso.
Qui sei andata a ruota libera dialogando forse da sole e ne hai partorito una poesia prolissa, ma che scorre così leggera da sollevarsi con le note degli strumenti in cui li hai posti.
Una lirica che danza attorno ai ricordi che dal tuo scrigno bussano per ritornare a vivere ancora qualche attimo.
E' davvero bella Ros

Un abbraccio
Cesare

il 18/10/2007 alle 17:23

sai ros ,su tutte le versioni ci son dei pezzetti di ricordi ,un peccato sciuparli ,a volte questi si inceppano e non scorrono,ma sono la strada che abbiamo percorso ,e di cui conserviamo ogni fotogramma ,bravissima sempre ,ciao cate

il 18/10/2007 alle 17:57

Finalmente vi ritrovo, dopo ieri...
Che dirti Cesare, non viziarmi troppo
della tua bontà, della generosità delle tue parole
Ti riabbraccio
Ros

il 23/10/2007 alle 04:19

Finalmente qui di nuovo
un grande abbraccio
ringraziandoti del tuo commento
Ciao
Rosanna

il 23/10/2007 alle 04:21

Non sarebbe giusto se tu strappassi la pagina dal mio quaderno e ci mettessi la tua in sostituzione, ma invece ritengo che sia normale per chi critica offrire un'alternativa pratica, è come dire che io non faccio una critica costruttiva se mi limito a dire a un alunno che 5 + 6 non fa dodici, perché se non sa farsi i conti può credere che faccia dieci...
Vale a dire, là dove ha sbagliato per eccesso, potrebbe poi sbagliare per difetto...
Critica costruttiva è mostrare l'alternativa che si ritiene ideale,così come all'alunno gli va fatto vedere che 5 + 6 fa 11 ...

Beh,l'esempio lascia a desiderare però è chiaro.

Ciao
Rosanna

il 24/10/2007 alle 22:55