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Pubblicata il 14/10/2007

Altissimo e muto
si leverà l’addio
tra le navate della Chiesa Madre
dove bambina mi conducevi.
L’inadeguata parola sovrasterà
il campanile amico
quasi a sfidare altezze di cipressi.

Il commiato, madre mia,
io te l’ho dato quand’eri ancora in vita
raccogliendo i tuoi respiri di grano,
i tuoi abbracci di fustagno,
la protezione del tuo amore
che solo alle querce
strappava similitudini.

Ti ho pianto nei giorni
dell’amore impossibile
seguendoti fino alla vetta
più ardua del Golgota
dove svettava la bandiera dell’Amore
che sapeva anticipare Primavere.

Non temere, madre, oltre quel colle,
che adesso varcherai da sola,
ti attende un sole infinito,
e l’abbraccio di un Dio immortale
che la semplicità della tua vita
saprà vestire con abito regale.
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bella Dea,un affettuoso saluto

il 14/10/2007 alle 17:16

Una promessa ed una prospettiva fantastica e piena d'amore.
Un salutone.

il 15/10/2007 alle 02:16

grazie Megrez, sei sempre gentile con tutti. deamor

il 15/10/2007 alle 11:27

ciao caro andrea. un saluto. anna

il 15/10/2007 alle 11:28

bellissima

il 15/10/2007 alle 15:22

mi è stata suggerita da un caro amico..ed eccola qui.anche se è quasi drammatica,,
anna

il 15/10/2007 alle 15:39

mia madre il golgota l'ha scontato nel suo letto di dolore.

il 15/10/2007 alle 15:46