Chi cerca compromessi celesti spesso non trova interlocutori, come chi cerca di addentrasi nel labirinto della introspezione senza trovare la via d'uscita.
Qualcosa mi sfugge nella quartina finale.
Ritornerò a leggerla domani a mente fresca.
Una dolce notte
da orso Cesare
Interrogativi ad affacciarsi alla mente con la forza del voler capire.
Lirica che va lontano, si tende verso la ricerca, si muove in un percorso senza tempo, un uno spazio grande quanto il mondo.
Un caro abbraccio, mati.
Sì, l'età per essere matura dovrei averla, è che mi sentivo più saggia da ragazza...
Nulla da ridire questa volta?
Grazie,
Rosanna
Effettivamente un po' ermetica lo è, e ancora fatico a spiegarmela anch'io, magari a mente fresca arriva l'illuminazione... so solo che mi è piaciuto scriverla...
Notte dolce anche a te,
Ros
Mi piace vedere in quanti modi percepite una poesia, e mi piace ritrovarmi nelle vostre interpretazioni, e le tue sono sempre accurate, cara Mati ti ringrazio, un abbraccio a te,
Ros
Ti è piaciuta scriveral e a me rilleggerla e gustarne la chiusa fascinosa che trattiene il sole in una mano, ma i dubbi rimangono, forse la mente mia è in fase di sfaldamento :-))
Ciao
Cesare
Non so dirti perchè, ma mi piace molto, contiene qualcosa di misterioso ed accattivante che trascina. Un carissimo saluto da Giorgio
E’ stato quando s’è accorciato il mare
coprendo la laguna di detriti
che hai voltato le tue spalle al sole
incamminandoti con una nube tra le mani
sul nastro non spiegato d’orme scure
Quando non siamo in sintonia con noi stessi o con ciò che non dipende da noi abbiamo la sensazione che intorno anche l'infinito e il creato si "rimpicciolisca" e tradisca le aspettative di "infinito" o "immenso"; quando sei triste sembra che il mare si accorci, si ritiri in bassa marea, ma è solo la percezione del nostro animo inquieto a dirci così; per cui quel "voltare le spalle al sole", delusi, con la nube tra le mani...andando avanti verso l'ignoto.
per quale via preclusa all’infinito
una conchiglia si disseti
mentre l’oro liquido d’un raggio
galleggia nel cavo della mano
Qui avviene l'inverso, il "miracolo" dell'indicibile e inspiegabile, quel misterioso attingere a risorse inaspettate; siamo piccoli come una conchiglia, e come una conchiglia sentiamo l'eco di ciò che ci sovrasta, non lo comprendiamo, ma un solo raggio basta a convincerci che qualcuno esiste, che ogni cosa ha un suo fine nel cosmo, basta saper godere l'attimo e tutto quello che ci viene offerto in dono, senza aspettarselo; e allora, quando troviamo dentro questa serenità, questa percezione dell'assoluto, è come se avessimo tutta la luce nel poco di una mano...
Credo che io volessi dire questo, mentre la scrissi, più o meno, ed a te che avverto un po' in "fase di sfaldamento" , a modo mio ne porgo il senso, oltre a un grande abbraccio.
Ros
Sì, certo, avevo capito, ma la mia risposta era autoironica, per dire che da da ragazza ero più assennata e matura