La ragazza greca
non piangeva,
sola nella stanza chiara
sentiva stonata la radio.
Radio Mondo gracchiava striscianti
le note di un piano,
D.J. Dado parlava con i suoi occhi scuri
mentre noi ci domandiamo senza risposta,
di un milanese
zuccheroso accento velato.


Pescatore dai baffi Hitleriani esce solo
stasera, ventosa e ballerina la foglia autunnale.
Queste onde a questa prua,
questa notte a questo mare,
questa vita in questo spazio bagnato
di questo mondo ignorante dai baffi Hitleriani.


Nel borgo triste
la festa di piazza è finita,
e questo parroco curioso di sé
forse sa il perché dei perché,
un parroco è un uomo,
l'uomo non ha risposta ai dolori
e agli amori delle ragazze greche.


Fra le rose un chattatore internettale d'assalto,
oppure d'asfalto,
la noia di una strada lucida,
solo lampioni, non passa nessuno,
un embrione di sogno tecnologico.


Il calendario di Frate Indovino
non è settato al giusto mese,
dall'alto osserva la graffiante penna
incidere un foglio di latte,
vede il comporsi di sconnesse parole
formare un puzzle di morte.


Di falce nera non è dato aggettivo,
nemmeno il verbo spiega
il suo languido canto
spesso confuso da un pianto.


Barboncino seduto là in terra,
piccolino e "concimato",
i pensieri tuoi fuggenti
rivolti ai gas di scarico,
alle targhe alterne,
a un pacchetto di Marlboro,
ai soldi del sig. Marlboro,
alla noia e all'oblio,
alle persone e al parroco,
l'unica purezza degli occhi tuoi,
sono gli occhi suoi,
gli occhi suoi ellenici.


Il rappresentante dei lavoratori
sta questo istante pisciando,
e nel contempo pensando (forse),
a suo figlio, alla pagella trimestrale,
e alle corna settimanali di sua moglie sorridente...
... quanto sorride...


La mia "Potente" attende,
aspetta l'inizio del viaggio,
la breve rincorsa e
delle strade nel mondo sarò
interessato e forse stressato,
sarò amico dei preti internettali di provincia,
aiuterò i barboncini di sinistra,
sarò fautore di feste paesane
e probabilmente bacerò
una ragazza greca.