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Pubblicata il 10/10/2007
NON MI VIENE IN MENTE NIENTE


Vorrei interrompere il mio passato,
selezionarlo, purgarlo.
Vari appuntamenti del quotidiano esistere.

La voce, l'ora, il mezzo: tutto previsto.
Lo squillo del telefono, la mancanza di attesa; conosco gli spostamenti che mi circondano, vorrei conoscere come far spezzare il filo della mia memoria proponendole un presente di serene acquisizioni (tra la serenità e la felicità ci si mette sempre di mezzo il cuore: la prima ne offusca l'armonia, la seconda ne libera l'orgoglio),
Io,
le sue foto, il suo tempo (poco da dedicare a se stessa, ma saturo nella sua essenzialità), il suo essere per se stessa e non solo, il suo dividersi fra volontà e involontarietà.

E io scelgo la precarietà di un ricordo fragile per imparare ad accontentarmi di me stesso, per bastarmi nelle scelte, per non avvertire l'assenza di elementi a me estranei, ma inseriti nella mia vita per non buttarla via.
"Ogni tanto trovi qualcosa di buono, trovi me",
sono tutte le cose scontate che dico io piccolo e responsabile.
Questo le dico al telefono, per affascinarla, per darmi spessore,
io,
che la conosco nelle sfumature, che ho imparato a consolarla con piccoli gesti e pensieri di sottile affetto regalato per farle compagnia,
lei,
che si dona in piccole dosi (perché il resto, il tutto, è orientato alle certezze) ,
io,
che mi affeziono a lei per la poca attenzione, per il disamore ostentato;
e allora scegliamo di dividerci il rimanente delle giornate impegnate al non pensarsi,
scegliamo di ritrovarci nelle insicurezze.

Lei e io,
il residuo di due vite sofferte ed insicure.

La cornetta del telefono, la scosto dall'orecchio quasi per poterla guardare, sicuramente impegnata in altre carte mentre mi parla, e rivolgo lo sguardo alla porta dell'ufficio, come mi aspettassi di vederla entrare.
"Ti sento tranquilla oggi come va? - e, - ti trovo in ottima forma, complimenti, è bello sentirti"
questo le avevo detto, cercando di controllare l'emozione della voce.

Lì, fermo al telefono, immaginare di sfiorandole il viso con le mani impacciate ed entrare nella sua vita come quando di una cara amica non ne attendi ansioso l'arrivo, perché sai che arriverà, ma sereno ne prevedi il giungere e il trattenersi senza chiederti per quanto si fermerà.
E devo costringermi a ripensare alle mie ore, al mio da fare, al dovermi riempire il tempo per non oziare, ancora troppe pagine bianche, devo buttare già qualche idea.

"Questa sera scrivo..."

"Non mi viene in mente niente..."

"Lei... in tutta la mente..."

L.L.
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ho impiegato un pomeriggio a leggerla ma è bella,un caro saluto.

il 10/10/2007 alle 15:52

Grazie... non credevo fosse così lunga... ma quando scrivo di queste cose... divento un fiume in piena...
Ciao

il 10/10/2007 alle 15:54

no è niente ,è una gran cosa ,bravo ,un abbraccione caro lu ,cate

il 11/10/2007 alle 11:39

Grazie Cate...
Abbraccione ricambiato
Giu

il 11/10/2007 alle 18:02