Chi sono io che dall'alto del mio scranno
giudico e condanno,
padrone in terra della tua sorte,
Quando la notte solo nel mio pensiero,
medito del castigo inflitto a chi non so chi sia,
giusto per il gusto di aver dimostrato
la mia supremazia,
Provo un godimento strano a sapere che tutto, dipende dal mio umore,
dal mio stato d'animo,
oppure da come ho passato la notte
se ho fatto l'amore,
Il solo vedere il tuo volto impaurito
mentre mi passi avanti,
e il tuo sguardo incrocia il mio,
mi fa capire
CHI SONO IO.
Scorgo in esso la paura
di chi sta per essere condannato,
riesco a percepire il tuo disprezzo,
capto il tuo pensiero ce si chiede
( ma tu chi sei per giudicare e condannare )
sei forse DIO
Solo allora mi racchiudo in me stesso,
penso a quello sguado impaurito sottomesso,
che come un dardo vorrebbe trapassarmi il cuore e chiedermi pietà al tempo stesso,
Solo dopo aver sentenziato il verdetto solamente allora mi chiedo
CHI SONO IO
T.C.