Dicono di me gli esperti
di cose strane saggi
che porto come referti
solo bui messaggi
ma io, silenzioso
per nulla disturbare
il tuo buon riposo
la notte amo girare.
Seguo il mio tragitto
che adoro ricalcare
mi poso sopra un tetto
su una cima d’un filare
su quel ramo di ciliegio
o sul filo per i panni
alla tettoia m’appoggio
ma senza fare danni.
Con i miei occhi chiari
spio le vostre vite
son belli come fari
per quello che ne dite!
Vi ammiro indaffarati
armeggiare nella sera
per la cena organizzati
a crear l’atmosfera.
Dopo aver cenato
intenti a rassettare
già il letto è preparato
per andarsi a coricare
si lavano stoviglie
si preparano i bambini
la madre che raccoglie
sparsi i lor giochini
si chiudono le imposte
ed il televisore
si avanzano proposte
da toccare il cuore
io dormo con mammina
mi legge il libro mio papà?
ma non è già di mattina?
non possiamo stare qua?
Qualcuno poi s’affaccia
finch’è non m’ha veduto
il naso gli s’arriccia
lo sguardo si fa acuto
Mamma!mamma che faccio!
il gufo è ritornato!
di nuovo su quel tralcio
è bello e appollaiato.
M’hanno detto di cacciarlo
ch’esso porta la sciagura
state attenti a non mancarlo
che alla jella non c’è cura
lanciategli qualcosa
la prima che trovate
così che più non posa
le sue zampette acuminate
su questo alberello
e sulla nostra casa
ammazzate quell’uccello
fate tabula rasa.
Tutti trafilati
sotto il ciel stellato
si radunarono affannati
col naso in sù puntato
ognuno che tendeva
oggetti disparati
la mano già fletteva
finch’è non l’han tirati.
Io che li ammiravo
tutti lì adunati
in viso mi beavo
per averli un pò spiati
dovetti haimè fuggire
per non essere accoppato
al centro delle mire
di tutto il vicinato.
Spregevoli assassini!
Barbari e arrabbiati!
Grandi e bambini
Andate a morì ammazzati!!
Ecco avete letto
al gufo quale sorte
com’è falso perciò quel detto
ch’esso porti a noi la morte.
Valverde (CT) 29/09/2007
Luciano Torrisi