"Un breve tratto,
poi sale le scale
cerca la serratura
chiude la porta a chiave.
Il passato non torna
a farsi amore. "
C'è in queste due frasi un "chiudere una porta" e un "Passato che non ritorna"
A mio vedere è il succo consapevole della poesia.
Nell'immagine del nostro vivere "chiudiamo o ci chiudono" molte porte, ma NOI abbiamo molte altre porte da aprire, ciò che è "passato" si chiude e guardando avanti nella vita ci si apre al nuovo che avanza.
Il passato ci lascia tante cose, difficilemnte ritorna ma, ci "forma" per il poseguire del nostro cammino.
Scusa la interpretazione esoterica, mi è venuta così... la poesia è piacevole alla lettura.
Ciao
Giuliano
A leggerti, scorre un brivido di freddo.
Le immagini hanno una forte carica di malinconico abbandono.
Un caro pensiero, mati.
DUE STILI?
di tutti quelli che l'hanno commentata su altri siti, giuro sei l'unico a parlare di due stili... Ma sei sicuro che da grande vuoi fare il critico? :-)))
Se mi dici divisa in due parti, ancora ancora... ma per la precisione diciamo che sono due personaggi, e, evidentemente, tu ne fai una lettura alla lettera e stop, trascurando la lettura psicologica, quando si sa che questi tratti li lascio invece tra le righe... na ti dico che un filo conduttore c'è... e dopo ti spiego meglio.
Poi bisognerebbe vedere se Nunzio Buono si riconosce in questa mia, tra l'altro dello stesso non ho letto molto e non so.
Direi però che se vuoi fare il critico, le affermazioni vanno convincentemente argomentate, allora sì che la preda non scappa dalla tagliola, in caso contrario il tuo resta un parere soggettivo, un fatto di gusto personale, come quando un'ottima pietanza a qualcuno non piace.
Passiamo a come l'ho concepita - o meglio afferrata al volo dall'input che ne è nato partecipando a una sezione a tema, il cui oggetto era: "IL MALE"...
Il filo conduttore è l'incomunicabilità, lo sgomento, l'isolamento, ma il collegamento tra i due personaggi lascio che ognuno lo immagini a modo suo, come in una storia interattiva, certamente il tuo è attinente alle mie intenzioni, ma ripeto, mi piace solleticare l'immaginazione del lettore come in un gioco di specchi e mi piacerebbe sapere anche da parte vostra quali "capitoli esplicativi" potrebbero fare da cemento ai due "blocchi" che appaiono ma non sono separati.
Questo aspettare e aspettare, forse allude a una mancata occasione?
- A qualcosa di stabile prima - e poi finito - che non torna a essere ciò che era?
- All'indifferenza, (o al rancore?) di chi chiude quella porta?
- Al tempo in sé, che passa come un treno su cui non si sale al momento giusto?
- A qualcosa di nuovo, a una storia che non è ancora accaduta, come se dopo l'inverno ci potesse essere una nuova primavera, - soltanto, però, traendo insegnamento dal passato -?
Non importa cosa ognuno ci leggerà con la sua immaginazione, ma conta evocare, suggerire, e soprattutto comunicare quel senso di angoscia, di malessere, e far sì che si rifletta su quanto il male sia ineluttabile e quanto, invece, lo si potrebbe sia prevenire che riparare.
Bye bye
Rosanna
piaciuta???
lo dici così, con un tale calo di glucosio
che ti manderei del marzapane!
Ros
E' comunque una situazione creata con la fantasia,
immedesimandomi in una situazione che per qualcuno è tristemente reale, per fortuna non tutto in poesia è autobiografico;
ti ringrazio mati e ti auguro buona serata.
Ros